Attraverso una nuova interpretazione dei Capricci tipici dei giardini romantici, il padiglione si colloca nel paesaggio come un’architettura dichiarata e contrapposta alla natura. Obiettivo principale è di condurre attraverso un viaggio mentale: un sogno ad occhi aperti che riporta a epoche e luoghi fantastici provocando nello spettatore un senso di meraviglia.
Un padiglione dai prospetti specchianti il cui intento non è la mimesi ma l’amplificazione visiva del verde, delle ville e del mare. Una narrazione in tre atti racconta la storia dei Parchi di Nervi. All’interno, una soglia invisibile consente di ‘attraversare lo specchio’ e di far parte di un percorso emozionale. I tre atti si traducono in tre giardini (acquatico, formale, mediterraneo) che, mediante la magia dello specchio, si dilatano in paesaggi infiniti.
ATTO I / Il giardino acquatico
La reminiscenza di una vecchia foto, produce una vasca d’acqua che circondata da specchi moltiplica se stessa fino a diventare un lago.
La sponda dove si affaccia lo spettatore è punteggiata da giunchi da riva e da una scultorea Darmera. Sulle superficie galleggiano svariate specie di Azzolla e Pontedera.
ATTO II / Il giardino formale
La superficie maggiore del padiglione è occupata da un’aiuola delimitata da bossi potati a siepe. All’interno di essa molteplici tipologie di perenni costellano il giardino di colori giallo, arancio, rosso, lilla. Insieme a un quarto di fontana marmorea si compone lo stralcio di un giardino all’italiana. La magia dello specchio completa il paesaggio, illudendo lo spettatore di trovarsi ai margini di un grande parterre.
ATTO III / Il giardino mediterraneo
Muovendo oltre il giardino formale, poco prima di ‘tornare al presente”’ un frammento di macchia mediterranea narra l’apparenza di questi luoghi prima che venissero antropizzati, una vegetazione primitiva i cui odori sono parte indissolubile della nostra memoria collettiva. Aromatiche, corbezzoli e mirti liberi e spontanei ci riaccompagnano verso il romantico artificio del presente.
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